L’home-care del farmaco
nella consegna
dell’ultimo miglio
Un servizio prezioso quello fornito da UNIVEX durante il lockdown declinando quello da tempo svolto a favore delle farmacie: così gli individui immunodepressi non devono recarsi in ospedale per ottenere le specialità loro prescritte.
La distribuzione dei farmaci non poteva restare immune dall’impatto sui comportamenti derivante dalla pandemia da coronavirus. Le molte raccomandazioni a mantenersi lontani dagli ospedali, salvo casi di estrema necessità, per evitare di essere infettati e rivolte in particolare a individui immunodepressi, hanno fatto sì che si esprimesse una domanda di consegne a domicilio destinata probabilmente a mantenersi anche una volte terminata l’emergenza di cui si stenta a liberarsi.
Oltre il core-business
Lo testimonia l’esperienza maturata da Univex, impresa specializzata nel rifornire con rapidità le farmacie che trasmettono ordini più volte al giorno ai grossisti che rivendono i medicinali da essi acquistati dall’industria e immagazzinati in propri depositi. Racconta Gianluca Lanata, owner di Univex: «Durante il lockdown abbiamo attivato servizi che non fanno parte del nostro core business, come le consegne a domicilio effettuate per conto dell’ATS di Milano che coordina le attività delle Aziende sanitarie locali. Si è trattato di consegnare farmaci molto specifici ai tanti pazienti cronici che devono recarsi in ospedale per ritirare i farmaci per la terapia assegnata ma che, immunodepressi come sono, è stato opportuno tenere protetti presso il proprio domicilio. Il servizio è stato molto apprezzato ed è per questo possibile che l’ente pubblico proponga agli ospedali che dispensano i farmaci di stipulare un accordo direttamente con noi per mantenerlo attivo anche al termine dell’emergenza».